domenica 9 marzo 2008

Quando si raggiunge la poesia

Si tratta di un banalissimo caso di processo per lesioni volontarie aggravate dal rapporto di parentela.
Alla fine della motivazione, il giudice di pace ritiene provata la responsabilità dell'imputato e valuta con queste parole la posizione della difesa: "la tesi difensiva ... risulta sfornita di elementi probatori e da possibili vicarianti induzioni logiche. In conclusione il fatto è avvenuto e la sanzione deve applicarsi".
Concede, quindi le attenuanti generiche "che compensano l'applicazione delle agggravanti" ed ecco la parte del dispositivo che riguarda la pena:
"lo condanna alla pena di Euro 600,00 (seicento/00) di multa (pena base € 516,00, diminuita ad € 300,00 per le attenuanti e successivamente aumentata ad € 600,00".
Insoma l'aggravante compensava le attenuanti generiche ma era un "anticchia" prevalente (a parte le montagne russe di diminuzioni ed aumenti vertiginosi)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ammetto di aver letto molti dei post del Suo blog e di averne tratto sia un sincero divertimento (certamente anche connesso alla professione forense, che svolgo), sia un po' di consolazione rispetto al pensiero spesso ricorrente di essere inadeguato rispetto al delicato lavoro da portare avanti.
Un grazie sincero.
Vincenzo Agosto

Anonimo ha detto...

Pensavo che il civile fosse l'"albergo dei Pazzi".
Mi sono ricreduto.
avv. Cosimo Saracino

Anonimo ha detto...

Mi dicevano sempre che gli umanisti non andavano bene in matematica ma erano dotati in logica... Vera la prima... Quanto alla seconda bisogna rivederla includendo le eccezioni...