sabato 9 febbraio 2008

Chi è il truffatore e chi il truffato?

Tizio apre un conto in banca con modesta provvista e subito si fa consegnare un bel blocchetto di assegni.
Consegna subito il blocchetto a Caio, che negozia in pochi giorni tutti gli assegni con falsa firma di Tizio, per importo complessivo di molto superiore alla provvista.
Al rientro del primo assegno in banca, l'istituto di credito avverte Tizio che non ci sono fondi sufficienti per pagare e questi, immediatamente, sporge querela nei confronti di Caio per truffa, appropriazione indebita del blocchetto e falso in assegni. In questo modo ottiene il sequestro di tutti gli assegni in circolazione a sua falsa firma.
Si svolge il processo contro Caio, nel quale Tizio si guarda bene dal costituirsi parte civile, e Caio, pluripregiudicato per reati analoghi, viene condannato a pena abbastanza mite, da unire in continuazione con precedenti condanne (e naturalmente da condonare).
Ma Caio, non contento della fortuna di cui gode, propone appello dicendo candidamente che il giochetto era stato concordato con Tizio per truffare i terzi ai quali sarebbero stati consegnati gli assegni, i quali, con l'opportuna querela dell'apparente truffato, sarebbero stati tutti sequestrati e bloccati per anni.
In conclusione Caio viene assolto perché non vi era stato raggiro nell'ottenere la consegna del blocchetto di assegni; perché non vi era stata alcuna appropriazione indebita, visto che tale consegna era stata concordata proprio per quello scopo e che la falsa firma era proprio lo strumento per ottenere dall'autorità giudiziaria il sequestro degli assegni.
Dei veri truffati ancora non si hanno notizie.
Però il processo al falso truffatore è durato circa sette anni.

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