mercoledì 19 dicembre 2007

Altro giudice di pace ed altre parole in libertà

Si tratta dell'ennesimo processo per ingiuria in ambito condominiale. In questo caso l'epiteto usato dall'imputato nei confronti di una vicina è "brutta nana racchia".
Ecco la parte centrale della motivazione, punteggiatura inclusa:
"Il giudice di pace nella motivazione secondo i manuali deve procedere ad una selezione dei materiali acquisiti nel dibattimento, con analisi semantiche, calcolo combinatorio e conclusioni di fatto e diritto.
Si tratta di reato perseguibile a querela 594 cp per cui il soggetto si sente leso nel suo onore definibile il concetto che ciascuno dei cittadini di questo stato, ha della propria dignità morale e designa quella somma di valori morali che l'individuo attribuisce a se stesso, mentre pari dignità viene attribuita all'aspetto fisico che contribuisce parimenti a determinare il pregio dell'individuo in cui vive.
Non è lecito quindi contestare un vizio o un difetto anche se rispondenti a verità. Bisogna quindi tener conto di quella media convenzionale che si trova quindi in quell'insieme sociale del nostro territorio.
Nello specifico le frasi ingiuriose sono state percepite dalla persona offesa e pronunciate con Animus iniurandi, recando offesa all'altrui patrimoni (sic) morale"
C'è solo da sperare che il povero giudice di pace non venga querelato per quell'affermazione sulla verità degli apprezzamenti rivolti dall'imputato alla parte offesa.
Per il resto non c'è rimedio.

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