lunedì 7 gennaio 2008

Ogni colpo una tacca.

Secondo questo giudice l'accoltellatore del rivale risponde di tanti reati di lesioni volontarie aggravate per quanti colpi abbia sferrato.
La sentenza riguarda un soggetto imputato originariamente di tentato omicidio del rivale, al quale aveva inferto diverse coltellate.
All'esito delle indagini preliminari, il P.M., sulla base della consulenza medica che aveva ritenuto tutte le ferite superficiali ed in punti non vitali del corpo, riformula l'imputazione in quella di lesioni volontarie aggravate ed accetta la proposta di patteggiamento offerto dall'imputato.
Nella motivazione della sentenza, tuttavia, il giudice ritiene di dovere precisare che la pena concordato non viene determinata per l'unico reato così come contestato, ma che, "benchè non espressamente indicata, deve ritenersi altresì contestata la pluralità delle lesioni, costituenti esse stesse singole ipotesi di reato che dunque vanno riunite nel vincolo della continuazione, essendo evidente l'unicità del disegno criminoso. Pena equa, tenuto conto della diminuzione per il rito prescelto, stimasi quella di anni 1 e mesi 4 di reclusione, pena che deve comunque, al di là del calcolo come proposto dalle parti, ritenersi corretta in relazione ai limiti edittali (p.b. a. 1 m.10 di reclusione + 81 cpv. = a.2 - 444 c.p.p.)"
Pensate se una ferita fosse stata mortale e le altre superficiali, forse avremmo avuto una sentenza di condanna per i due reati di omicidio e lesioni personali uniti dalla continuazione.

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